- con Ermelinda Nasuto
e con Chiara De Marco Rada Kozeli Edoardo TrisciuzziOffseason Attitude è un gioco a premi tra spettatori e performer. Lo spettatore ha un biglietto che dà diritto a tre ‘giocate’ e attraverso di esse può cambiare azioni e assetti del performer. Si schiaccia il pulsante e si dà avvio a tracce che contengono istruzioni per il performer. Lo spettatore può decidere quanto tempo dura l’azione e quando cambiare traccia. E in tutto questo aleggia la Fortuna, ogni tot di giocate infatti c’è un premio.
La performance propone dal vivo immagini raccolte durante la residenza. In questo tempo-spazio è stata registrata sospensione: il paesaggio non brilla particolarmente e il ritmo è scostante: manca l’urgenza di andare al mare, lo sprint di fare scorte di focaccia per la spiaggia, manca la preoccupazione di apparire colorati. Si indossano giacche dai toni medi e il fuori stagione manda in vacanza qualsiasi ansia da divertentismo e ha un potere tale da mandare in figura corpi soli o in gruppi di due-tre persone massimo. -
Il video è un insieme di gesti, posture e assetti di un periodo dell’anno poco movimentato, ‘fuori stagione’, in un’ Off dove è in figura la vita ‘normale’ della città marittima. Lo scenario è fatto di azioni semplici e concrete e di attese dove elemento umano, animale e paesaggistico coesistono senza troppa necessità di dialogare. L’autunno al mare di Mola di Bari vede azioni e assetti umani all’aria aperta. Le immagini silenziose sono circondate da riflessioni dell’autrice.
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L’idea nasce dall’azione dei pescatori che spalano alghe per poter passare con le barche e accedere così finalmente al mare e pescare. C’era qualcosa di interessante in questa azione che si ripeteva quasi tutte le mattine – immaginavo di notte che il mare cambiasse tutto e la mattina i pescatori si trovassero a dover spostare alghe e di nuovo la notte il mare le spostava e di nuovo la mattina dopo a spalare etc etc – .
Un giorno ho pensato di prendere un po’ di alghe e portarle in studio. E di sistemarle da qualche parte e dar loro un movimento che non fosse né del mare, né dell’essere umano, ma un movimento delle alghe stesse e così creare una situazione di animismo attraverso un meccanismo (invisibile) che le muovesse.
In una delle ultime spedizioni a raccogliere alghe, ho giustificato per la prima volta ad un pescatore la mia attività e ho ricevuto la risposta ‘per me te le puoi portare anche tutte’.